In base all’analisi del Sistema informativo Excelsior le tendenze di medio lungo periodo della domanda di lavoro in Italia, mettono in evidenza che nel 2020 il fabbisogno di unità lavorative in termini assoluti sarà ampiamente determinato dai servizi (83% del totale). Tra questi prevarranno il commercio, la sanità e l’assistenza sociale nonché i servizi avanzati. A seguire l’istruzione, i servizi operativi, le costruzioni, i trasporti e il turismo. L’unico settore dei servizi per cui è prevista un’expansion demand negativa è quello dei servizi finanziari e assicurativi. Tra i settori tipici del made in Italy solo l’alimentare dovrebbe far rilevare una lieve espansione degli occupati.
Per quanto riguarda le professioni i tassi di fabbisogno più elevati saranno quelli relativi alle high skill (dirigenti, professioni specialistiche e tecniche) e alle professioni low skill (operai o personale non qualificato), pari rispettivamente al 2,5% ed al 2,4%, mentre per le figure intermedie i tassi si attesteranno al 2,1%.
Tra il 2016 e il 2020 la quota di figure high skill crescerà di oltre 2 punti (dal 39 al 41%), soprattutto a scapito delle figure intermedie (-1,8 punti), mentre il peso delle professioni low skill resterà quasi invariato. La più sostenuta crescita delle figure high skill dovrebbe comportare, dal punto di vista dei livelli di istruzione, un significativo incremento dei laureati (+32%) e dei diplomati (+24%), mentre le restanti figure con titolo di studio più basso dovrebbero presentare un incremento nettamente inferiore (+14%). Nel 2020 i laureati e i diplomati dovrebbero quindi rappresentare il 65% del fabbisogno totale, contro il 62% del 2016.
Dal punto di vista dei livelli di istruzione, il fabbisogno complessivo 2016-20 (pari nel complesso a 2.552.500 unità) si articolerà in 787.000 laureati (31% del totale), 837.000 diplomati (33%) e altre 928.000 unità per cui sarà richiesta la qualifica professionale o non sarà richiesto alcun titolo “formale”. I tassi medi di fabbisogno risulteranno però piuttosto diversi, passando dal 3,3% dei laureati all’1,9% dei diplomati e al 2,2% delle “qualifiche e titolo non indicato”
In termini assoluti nel 2020 i laureati più richiesti saranno quelli a indirizzo economico -statistico (oltre 35.000), seguiti dai medici e paramedici (31.000), dagli ingegneri (oltre 24.000) e dal gruppo insegnamento (quasi 19.000). Per i diplomati si dovrebbe invece mantenere anche nei prossimi anni uno scenario di eccesso di offerta, anche se in tendenziale attenuazione ed anche in questo caso con situazioni molto differenziate per indirizzi.
Il Sole 24Ore, luglio 2016