Monthly Archives:Aprile 2016

BANDO DELLA REGIONE TOSCANA PER ACCEDERE AI VOUCHER ALTA FORMAZIONE PER MASTER IN ITALIA

30 Apr 16
AVF Staff
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Il voucher consentirà la copertura totale o parziale delle spese di iscrizione al master fino ad un importo massimo di 4.000 euro.

SCADENZA DEL BANDO:  31 maggio 2016

REQUISITI RICHIESTI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA:

  1. titolo di studio (laurea, laurea magistrale, o laurea vecchio ordinamento);
  2. residenza in Toscana;
  3. età fino a 35 anni (non compiuti);
  4. Isee universitario (2016) non superiore a 40.000 euro;
  5. non aver usufruito del voucher regionale alta formazione di cui al Decreto n. 893 del 7-3-2012 e del voucher alta formazione all’estero di cui al Decreto n. 238 del 25-1-2013.

VOUCHER ALTA FORMAZIONE PER MASTER IN ITALIA

LE IMPRESE GIOVANILI IN TOSCANA NEL 2015 SONO PIÙ DI 39MILA, IL 9,5%

29 Apr 16
AVF Staff
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Secondo la fotografia dell’imprenditoria giovanile scattata dal rapporto di Unioncamere Toscana, sulla base delle informazioni disponibili nel Registro delle imprese delle Camere di Commercio, in Italia un’impresa su dieci è guidata da giovani con meno di 35 anni.

Al 31 dicembre 2015 Il numero delle imprese giovanili ammonta a più di 600mila unità delle quali circa il 6% si trova in Toscana dove se ne contano 39.331 (su un totale di 414.757 imprese). In termini di quota di imprese giovanili la Toscana risulta all’11° posto (9,5%), preceduta di gran lunga da tutte le regioni del Sud (Calabria in testa con il 14,8%) e con un distacco minore da Lazio (10,1%) e Piemonte (9,8%).  

A livello nazionale negli ultimi anni la componente giovanile dell’imprenditoria è passata da un’incidenza dell’11,4% nel 2011 al 10,3% nel 2015. In Toscana la percentuale di imprenditori giovani è scesa dal 10,7% al 9,5% nell’ultimo quinquennio ed è rimasta sempre al di sotto della media nazionale. Le iscrizioni di imprese ad opera di under 35 in Toscana nell’ultimo anno sono state 8.252, con un’incidenza del 30,5% (contro il 32,1% nazionale); dal 2011 il loro peso sul totale delle iscrizioni è diminuito di quasi due punti percentuali.

Se tuttavia si osserva la percentuale di imprese giovanili sulla popolazione di persone 18-35 anni residenti nelle varie regioni la graduatoria cambia notevolmente e la Toscana sale in 3° posizione, con un indicatore di 59 aziende giovanili ogni 1000 giovani residenti. In testa alla graduatoria provinciale per incidenza delle imprese giovanili troviamo Prato con 4mila aziende (il 12,2%), a seguire Pisa (4.400) e Pistoia (3.300), dove il 10% del sistema-impresa è guidato da persone con meno di 35 anni. Continuando con la classifica troviamo: Massa Carrara, Arezzo e Lucca con quote di imprese giovanili in linea con la media regionale. In coda Firenze, Siena e Grosseto con circa l’8% di imprese under35.

Per quanto riguarda le forme giuridiche la stragrande maggioranza delle imprese giovanili con sede in Toscana sono ditte individuali (75%, oltre 29mila), ovvero le forme di più piccole dimensioni, che vengono scelte anche dal 50% degli imprenditori non più giovani (con oltre 35 anni). Solo il 15% delle aziende giovanili è costituito sotto forma di Società di capitali (quasi 6mila), la tipologia più strutturata e solida di impresa che negli ultimi anni sta prendendo sempre più quota anche fra gli imprenditori over 35 (il 25% delle aziende toscane non giovanili sono Società di capitali).

Per quanto attiene la tipologia dei settori il 38% delle imprese giovanili della Toscana si occupa di produzione di beni ed il 62% produce servizi. In quest’ultimo ambito la parte del leone la fa il settore commerciale con oltre 10mila esercizi aperti al pubblico, che assorbono il 29% delle aziende di giovani. Le imprese giovanili del turismo (alberghi e ristoranti) sono il 10% (circa 3.800 unità), mentre oltre 8mila sono quelle che svolgono servizi alle imprese (noleggio, pulizie, ecc..) e alla persona (estetiste, parrucchieri, ecc..). Una fetta importante di giovani imprenditori si cimenta in attività operanti nel campo delle costruzioni (7mila, il 19%) e altri 4mila in quelle manifatturiere, soprattutto del sistema moda, che conta 2mila imprese a conduzione giovanile ed in particolare dell’abbigliamento (1.200, concentrate soprattutto a Prato). Prende sempre più corpo anche il settore dell’agricoltura, che in Toscana raccoglie 41mila aziende di cui l’8% (quasi 3mila) sono guidate da giovani.

Nel corso del 2015 gli under 35 hanno aperto in Toscana più di 8mila nuove imprese (il 30% del totale delle iscrizioni) scegliendo soprattutto il commercio (1.730 iscrizioni), le costruzioni (914) e l’agricoltura (781). Le attività produttive manifatturiere avviate ad opera di under 35 sono state 651 e 350 le nuove imprese turistiche (alberghi e ristoranti).
A caratterizzarsi come settori più «giovanili» del 2015 sono le attività finanziarie e assicurative (dove il 46% delle nuove iniziative è opera di under 35) e quelle agricole (con il 38% delle iscrizioni dovuto ai giovani), in quest’ultimo caso grazie anche agli incentivi varati dalla Regione Toscana. In terza posizione troviamo il commercio (con il 35% di nuove iscrizioni), in quarta e quinta le costruzioni (33%) ed il turismo (31%); nelle ultime posizioni, che risultano dunque le meno attrattive per i giovani che tentano l’avventura imprenditoriale, l’industria (25%) e le attività immobiliari (21%).

Negli ultimi cinque anni l’agricoltura è risultato l’unico settore ad aver registrato un aumento in termini di quota di imprese giovanili (dal 6,6% del 2011 al 7,0% nel 2015). Per quanto riguarda commercio e turismo, nel quinquennio il peso delle aziende giovanili è rimasto stabile, così come in generale per tutte le attività dei servizi. I settori che invece hanno perso progressivamente attrattiva per i nuovi giovani imprenditori sono le attività industriali (dall’8,3% al 7,1%) e soprattutto le costruzioni, che hanno visto il proprio peso scendere dal 16,8% all’11,5%.

Per completare l’identikit delle imprese under 35 della Toscana è da rilevare che Il 30% delle stesse sono aziende femminili (11.754), cioè guidate in prevalenza da donne con meno di 35 anni. Inoltre un’azienda giovanile su tre è straniera, ovvero 12.587 aziende guidate da giovani nati oltreconfine su 39mila. Su un totale di 52mila aziende straniere, l’incidenza delle giovanili è di circa un’impresa su quattro (il 24%). Infine la stragrande maggioranza delle aziende giovanili toscane, che risultano essere ditte individuali di piccole dimensioni, spesso fanno parte dell’artigianato (12.314 aziende artigiane guidate da under 35).

MET, aprile 2016

LE IMPRESE GIOVANILI DELLA TOSCANA NEL 2015

BIG DATA SCIENTIST, IL LAVORO DA 100MILA EURO L’ANNO (MA QUANTO DURERA’?)

28 Apr 16
AVF Staff
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Quella dei Big data scientist, che negli Stati Uniti arrivano a uno stipendio a sei cifre (da 85mila a 175mila dollari l’anno), risulta la professione emergente del XXI secolo.

Due le ragioni per le quali i Big data scientist raggiungono stipendi così elevati. La prima risiede nel fatto che questi professionisti “traducendo” un’enorme e complessa mole di dati in strategie chiave possono portare un grande valore aggiunto alle aziende attraverso la moltiplicazione delle opportunità di business. L’altra ragione risiede nel fatto che c’è una grande scarsità di professionisti di questo tipo in giro per il mondo.

Pare che a Facebook e Linkedin i data scientist siano pagati più degli ingegneri informatici. Quella del Big data scientist è una figura a competenze plurime: deve saper gestire, acquisire, organizzare ed elaborare dati. Ma anche sapere come e quali informazioni estrarre, nonché essere in grado di comunicare cosa suggeriscono i dati, proponendo innovative e complesse strategie di business.

Anche in Italia c’è grande attenzione ai Big data scientist. A partire per esempio dalle compagnie assicurative che hanno abbondanza di attuari (ovvero di professionisti che determinano l’andamento futuro di variabili demografiche ed economico-finanziarie), ma che adesso iniziano a comprendere di aver bisogno anche di nuove figure professionali, in grado di disegnare strategie sulla base dei “big data” raccolti online.

Quella del data scientist sarà dunque nei prossimi anni tra le figure più ricercate nel mondo del lavoro  e sono sempre più numerose le università che preparano percorsi post-universitari aperti a tutti i curriculum.

McKinsey stima che entro il 2018 ci sarà una domanda di queste figure professionali superiore del 40-60% rispetto all’offerta.

Tuttavia dagli Stati Uniti iniziano a levarsi alcune perplessità. Secondo il capo della sicurezza informatica di ADP l’alta domanda di Data scientist potrebbe infatti presto crollare per la concorrenza dei robot. Con il tempo, i software saranno sempre più in grado di svolgere i lavori oggi appannaggio dei data scientist.  Le nuove generazioni di tools miglioreranno i flussi di lavoro e l’interpretazione algoritmica delle enormi masse di dati raccolti, ma questo processo di automazione tenderà a eliminare gran parte della domanda per i data scientist umani e a spazzare via un bel po’ di potenziali posti di lavoro.

Il Sole 24Ore, aprile 2016

IL TURISMO DIGITALE: ECCO A CHE PUNTO SIAMO

27 Apr 16
AVF Staff
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Secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano la spesa digitale degli italiani per il turismo si attesta attorno ai 7 miliardi e ammonta al 22% della spesa totale per un valore di 31,5 miliardi (escluso l’incoming ovvero la spesa di turisti stranieri in viaggio in Italia)

In particolare il mobile commerce degli italiani nell’ambito del turismo nel 2014 è cresciuto del 40% rispetto all’anno precedente attestandosi attorno a 340 milioni. Gli acquisti 2014 per turismo e viaggi in Italia, sia riguardanti gli italiani che restano in Italia o gli italiani che vanno all’estero, sia riguardanti gli stranieri che vengono in Italia, sono rimasti praticamente stazionari (+1%) rispetto all’anno precedente, arrivando a sfiorare i 50 miliardi di euro.

Questa crescita limitata deriva da due componenti di spesa con andamenti molto diversi: da una parte una spesa tradizionale in stallo rispetto al 2013, dall’altra una spesa più innovativa, che passa attraverso i canali digitali, in crescita del 10%, per un valore complessivo vicino a 9 miliardi di euro nel 2014.

Aumenta così il peso della componente digitale sul totale sia in valore, passando dal 16% del 2013 al 18% del 2014, sia a livello di importanza attuale e prospettica nelle considerazioni strategiche delle aziende di settore. Se guardiamo alla spesa digitale complessiva, il 46% della spesa turistica digitale è riconducibile a viaggi domestici, in crescita dell’11% rispetto al 2013. Il 34% è generato dai viaggi di italiani all’estero (outgoing) in crescita del +9% rispetto al 2013. Il rimanente 20% è la spesa degli stranieri in Italia (incoming) in crescita del 6% rispetto al 2013. La spesa viene destinata a viaggi in Italia per il 57% (+11% in valore assoluto rispetto al 2013) e a viaggi all’estero per il 43% (+9% rispetto allo scorso anno)

Crescono tutti i settori merceologici: quello raccolto dalle strutture ricettive aumenta del 6% rispetto al 2013, il settore dei trasporti cresce dell’11%, quello dei pacchetti viaggio cresce del 13%. Rispetto allo scorso anno non cambia la composizione a livello di prodotti acquistati: il settore dei trasporti pesa per il 77% della spesa digitale nel turismo, il 12% è destinato a pacchetti viaggio e l’11% direttamente alle strutture ricettive.

Recentemente il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, intervenendo alla seduta conclusiva  del laboratorio del turismo digitale del MiBACT, istituito al fine di definire e favorire l’attuazione della strategia digitale per il turismo in Italia, ha sottolineato come sia fondamentale recuperare il divario digitale in questo settore per poter rilanciare il nostro turismo dal momento che le attitudini ed i comportamenti dei viaggiatori sono sempre più orientati dal web. Il 91% di chi ha un accesso a internet ha prenotato online almeno un prodotto o un servizio turistico nell’ultimo anno e utilizza i motori di ricerca come fonte principale per pianificare una vacanza; il 42% utilizza smartphone o tablet per pianificare, prenotare e informarsi e il 68% cerca sul web prima di decidere luogo e modalità del suo viaggio.

Il Piano strategico per la digitalizzazione del turismo italiano, elaborato dal laboratorio del turismo digitale del MiBACT e consegnato al Ministro, sarà dunque presto inserito nel Piano strategico del turismo e prevederà tre ambiti di intervento: interoperabilità e big data, sviluppo digitale e promozione e commercializzazione, declinati in 30 azioni concrete destinate a essere realizzate dal nuovo ENIT.

RAI SCUOLA

L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DIGITALE NEL TURISMO

INCONTRO DI PRESENTAZIONE DI ADACI (Associazione Italiana degli Acquisti e del Supply Management)

26 Apr 16
AVF Staff
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LUNEDI’ 9 MAGGIO 2016

ORE  9.30-11.30

INCONTRO DI PRESENTAZIONE dell’Associazione Italiana degli Acquisti e del Supply Management (ADACI)

PRESSO Polo delle Scienze Sociali, Edificio D4 – Aula 0.02, via delle Pandette 32, Firenze

DESTINATARI:  studenti, laureati di Triennale e Magistrale, dottorandi e dottori di ricerca con preferenza per le Scuole di INGEGNERIA ed ECONOMIA E MANAGEMENT

ISCRIZIONI APERTE: dal 27 aprile al 4 maggio

L’IMPRESA SI PRESENTA_ASSOCIAZIONE ADACI