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Riconoscimenti in ricordo delle ragazze Erasmus, “La Nazione” del 14/05/17

14 Mag 17
adminAVF
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tratto da “La Nazione” del 14/05/2017

“Riconoscimenti in ricordo delle ragazze Erasmus”

Si è svolta ieri a Villa Viviani l’annuale manifestazione della’associazione Villa Favard, nata per creare “un ponte” tra “vecchi e nuovi laureati” di Economia. Il premio per il miglior laureato è andato a Vittoria Vineis.L’associazione ha ricordato Lucrezia Borghi, Valentina Gallo e Elena Maestrini, studentesse morte nel terribile incidente in Catalogna. Alla presenze dei genitori delle tre giovani sono state assegnate le menzioni “Borghi Gallo Maestrini” a Francesca Berti, Ilaria Landini e Giuditta Montoni.

Premi Villa Favard 2017

Premi Villa Favard 2017

COSA SAPERE SUL LAVORO CHE VERRÀ (DOVE, COME, QUANDO, QUANTO)

30 Dic 16
AVF Staff
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In base all’analisi del Sistema informativo Excelsior le tendenze di medio lungo periodo della domanda di lavoro in Italia, mettono in evidenza che nel 2020  il fabbisogno di unità lavorative  in termini assoluti sarà ampiamente determinato dai servizi (83% del totale). Tra questi prevarranno  il commercio, la sanità e l’assistenza sociale nonché i servizi avanzati. A seguire l’istruzione, i servizi operativi, le costruzioni, i trasporti e il turismo. L’unico settore dei servizi per cui è prevista un’expansion demand negativa è quello dei servizi finanziari e assicurativi.  Tra i settori tipici del made in Italy solo l’alimentare dovrebbe far rilevare una lieve espansione degli occupati.

Per quanto riguarda le professioni i tassi di fabbisogno più elevati saranno quelli relativi alle high skill  (dirigenti, professioni specialistiche e tecniche) e alle professioni low skill (operai o personale non qualificato), pari rispettivamente al 2,5% ed al 2,4%, mentre per le figure intermedie i tassi si attesteranno al 2,1%.

Tra il 2016 e il 2020 la quota di figure high skill crescerà di oltre 2 punti (dal 39 al 41%), soprattutto a scapito delle figure intermedie (-1,8 punti), mentre il peso delle professioni low skill resterà quasi invariato. La più sostenuta crescita delle figure high skill dovrebbe comportare, dal punto di vista dei livelli di istruzione, un significativo incremento dei laureati (+32%) e dei diplomati (+24%), mentre le restanti figure con titolo di studio più basso dovrebbero presentare un incremento nettamente inferiore (+14%). Nel 2020 i laureati e i diplomati dovrebbero quindi rappresentare il 65% del fabbisogno totale, contro il 62% del 2016.

Dal punto di vista dei livelli di istruzione, il fabbisogno complessivo 2016-20 (pari nel complesso a 2.552.500 unità) si articolerà in 787.000 laureati (31% del totale), 837.000 diplomati (33%) e altre 928.000 unità per cui sarà richiesta la qualifica professionale o non sarà richiesto alcun titolo “formale”. I tassi medi di fabbisogno risulteranno però piuttosto diversi, passando dal 3,3% dei laureati all’1,9% dei diplomati e al 2,2% delle “qualifiche e titolo non indicato”

In termini assoluti nel 2020 i laureati più richiesti saranno quelli a indirizzo economico -statistico (oltre 35.000), seguiti dai medici e paramedici (31.000), dagli ingegneri (oltre 24.000) e dal gruppo insegnamento  (quasi 19.000). Per i diplomati si dovrebbe invece mantenere anche nei prossimi anni uno scenario di eccesso di offerta, anche se in tendenziale attenuazione ed anche in questo caso con situazioni molto differenziate per indirizzi.

 

Il Sole 24Ore, luglio 2016

 

 

 

 

2016, LE 15 STARTUP PIÙ VALUTATE DELL’ANNO

29 Dic 16
AVF Staff
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Dalla classifica delle startup più valutate dai venture capitalist nel 2016 almeno due sono le tendenze che emergono: l’incalzante affermazione della sharing economy (o se si preferisce dei servizi on demand) ed il crescente predominio dell’economia cinese nel mondo.

 

EconomyUp, dicembre 2016

COSA DICE IL PIANO INDUSTRIA 4.0 PRESENTATO DAL GOVERNO. 7 COSE DA SAPERE

26 Set 16
AVF Staff
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Obiettivo principale del PIANO NAZIONALE INDUSTRIA 4.0 2017-2020, che entrerà nella prossima legge di bilancio, è quello di rilanciare la crescita dell’Italia grazie alla digitalizzazione delle aziende, anche le più piccole.

Più della metà delle aziende presenti sul territorio nazionale applica almeno una delle tecnologie che caratterizzano la fabbrica 4.0. Tuttavia, secondo un rapporto dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of management del Politecnico di Milano, ben il 38% delle imprese non conosce i temi dell’Industria 4.0 e i progetti sono spesso in fase pilota.

In particolare le pmi difficilmente utilizzano le nuove tecnologie, sfruttandone  tutte le loro potenzialità. Il 62% dei bilanci di competenze digitali individua lacune da colmare.

Nel nostro Paese siamo dunque ancora alle fasi iniziali della quarta rivoluzione industriale, sebbene i benefici della digitalizzazione delle imprese sarebbero davvero tanti, con risvolti positivi nell’export, nella qualità, nella produttività, nella rapidità del time to market.

Tra le misure del piano per accelerare la digitalizzazione delle imprese troviamo i seguenti incentivi a favore di startup e pmi:

  1. detrazioni fiscali al 30% per investimenti fino a un milione in startup e Pmi innovative;
  2. per i primi 4 anni di vita delle startup, altre società “sponsor” potranno assorbirnee le perdite;
  3. detassazione del capital gain (ovvero, la “tassa sulle exit”) per chi investe a medio-lungo termine;
  4. un programma rivolto agli acceleratori d’impresa, con lo scopo di finanziare la nascita di nuove imprese con focus Italia 4.0;
  5. fondi dedicati all’industrializzazione di idee e brevetti ad alto contenuto tecnologico;
  6. fondi di VC dedicati a startup a tema Industry 4.0 in co-matching.

Entro il 2020 tutte le aziende italiane dovrebbero poi essere coperte da banda ultralarga a 30 begabit al secondo, in quanto tutto ciò che l’industria 4.0 comporta passa da internet veloce.

Tra le direttrici di accompagnamento del piano per l’Industria 4.0 c’è inoltre la riforma e il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia. A fronte di un impegno da parte delle banche, per 22 miliardi di euro, il governo impegnerà 900 milioni di euro.

Sul piano delle competenze digitali Italia 4.0, in affiancamento al Piano nazionale per la Scuola Digitale, si propone l’obiettivo di formare e specializzare sui temi dell’Industria 4.0 più di  200 mila studenti universitari e  3 mila manager. Quanto alle scuole superiori, saranno formati sui temi dell’Industry 4.0 il 100% degli studenti iscritti a Istituti Tecnici, e sono previsti circa 1.400 dottorati di ricerca con focus ad hoc.

Infine, per favorire l’“upgrade” della manifattura italiana al digital manufacturing il piano nazionale Italia 4.0 prevede come soluzione investimenti su “catene digitali” di vendita e incrementi nel supporto alle Pmi, attraverso centri tecnologici, formazione e  workshop.

StartupItalia!, settembre 2016

COME È CAMBIATO IL MERCATO DEL LAVORO: DAL POSTO FISSO ALLA FLESSIBILITÀ

18 Giu 16
AVF Staff
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Il lavoro è cambiato e il mito del posto fisso non esiste più in quanto un contratto a tempo indeterminato non garantisce il “posto fisso”. Se il mercato del lavoro diventa flessibile ciò che bisogna rivendicare è un nuovo welfare della flessibilità, ossia, un sistema di tutele basato essenzialmente su politiche attive dal lavoro che facilitino la collocazione e l’occupabilità dei giovani in tutto il loro percorso lavorativo insieme a misure di sostegno al reddito nei periodi di non lavoro. Bisogna in altre parole applicare la flexsecurity, l’unione virtuosa tra flessibilità e sicurezza, intesa quest’ultima come sicurezza sociale (sostegno al reddito nei periodi di non lavoro) e sicurezza occupazionale (trovare lavoro), sulla base di quattro pilastri:

flessibilità contrattuale: contratti a tempo determinato e contratto di somministrazione a tempo determinato dove il tutto avviene attraverso le Agenzia per il lavoro (ex contratto interinale);

life-long learning: formazione continua durante tutto il percorso della vita lavorativa;

politiche attive: strumenti che agevolino le persone da un lavoro ad un altro, come ad esempio i contratti di ricollocazione, introdotte dal Jobs Act, tramite cui l’agenzia del lavoro si prende in carico il disoccupato, con l’obiettivo di sostenerlo nel processo di ricerca attraverso varie attività;

ammortizzatori sociali: sistema di sostegno al reddito e di protezione sociale che non lasci nessuno senza reddito nei periodi di non lavoro, dovuti ad un calo produzione aziendale, al licenziamento, o quando la disoccupazione si allunga oltre la scadenza del sussidio.

 

RAI ECONOMIA